Decidemmo subito, nel giro di meno di mezz’ora, da soli (senza voler avere consigli e pareri dai nostri genitori e fratelli), seduti in macchina:
Jacopo sarebbe nato. Se lo meritava: aveva superato un lungo periodo di sofferenza, dimostrandoci una voglia di nascere che non spettava a noi disattendere. Era un bambino forte, voleva nascere: sarebbe nato e sarebbe stato amato... per quanto riguarda noi, la notizia ci rese un po’ più difficili i rimanenti mesi di gravidanza, ma non ci impedì di scegliere la cameretta più bella, i completi più carini; non ci distolse da dipingere le nuvole sulle pareti della stanzetta di Jacopo. Ma c’era un pensiero fisso e una domanda ricorrente: “perché a noi?”.Per il resto, sul piano pratico, i controlli sulla gravidanza furono quelli di routine ed il ginecologo ci disse anche che la situazione di Jacopo non avrebbe impedito né sconsigliato il parto naturale.
Mamma e papà di Jacopo